domenica 14 giugno 2015

Fantasmi.

E poi compaiono cosi i fantasmi che ti porti dietro da una vita. 
Quelli che tieni incastrati dietro il perenne nodo alla gola 
che ogni giorno, ogni ora, ogni secondo,
mandi giù, 
ma che rimane incastrato dando alla tua voce un che di malconcio. 
Ti si presentano di fronte una notte come mille altre. 
Una notte dove non importa di quanti cuscini, coperte, vizi ti circondi. 
Ci sarà freddo con 30 gradi,
 caldo con la neve, 
non si respirerà,
 le mani tremeranno,
 il letto con il materasso più comodo del mondo; 
sembrerà acuminato, troppo grande, scomodo, scottante. 

Puoi solo guardarli i tuoi fantasmi. 
sederti con loro, bere una tisana 
e per l’ennesima volta sviscerarli,
come se fosse la prima, 
sapendo che non sarà l’ultima. 
Conoscendoli sempre un po’ meglio,
ingrandendoli, cambiandoli, affezionandotici. 

Perchè quando compaiono, ti prendono per la solitudine che ti porti dentro. 
Quella che ti ovatta anche in mezzo a tutta la gente. 
Quella che ti fa sentire fievoli gli abbracci più calorosi, 
banali i baci più impetuosi. 
Quella solitudine di chi comunque deve andare avanti, 
non importa come, 
non importa dove,
perchè avanti è sempre meglio che girarsi e guardare indietro… 

E alla fine capisci che, 
sedute a quel tavolo, a bere quella tisana, 
ci siete solo tu e lei, la solitudine.. 
E che tutti quei fantasmi alla fine, 
non sono altro che ologrammi di un’unica paura… 
Che la solitudine sia l’unica scelta.

M.