giovedì 23 giugno 2016

a qualche anno fa Nina.

Stasera ho sentito una bella canzone d'amore francese... 
Di quelle che senti per le strade e che ti entrano dentro anche quando non ci presti attenzione. 

Diceva "le donne sono più belle dopo la pioggia". 
La pioggia di Parigi ovviamente. 
Parlava di una donna straniera con Parigi negli occhi. 

E io me la sono immaginata. 
Ho immaginato lei. 
Un po' pazza e di una bellezza sregolata. 
Accoccolata contro un mezzo sconosciuto dagli occhi scuri e densi. 
Li ho immaginati passeggiare sotto Notre Dame con la luna immensa di queste sere. 

Una chitarra strimpella, la gente ride. 

"Vuoi ballare con me?


C'e qualcosa di magico in due anime che ballano al ritmo della stessa canzone senza suono.


martedì 12 aprile 2016

under my skin

mi chiedono se mi pento mai dei tatuaggi che ho fatto.
mi guardo allo specchio dopo un bagno pieno di pensieri e mi pongo io stessa la medesima domanda.
mi pento dei tatuaggi che ho fatto?
è  come chiedersi se ti penti degli errori che hai fatto.
degli amori che hai amato, vissuto, odiato.
come pentirsi delle persone che si sono incontrate.
pentirsi delle decisioni che hai preso, delle strade che hai percorso,
di quelle che hai evitato, per poi ritrovartici lo stesso.
Mi pento dell inchiostro che mi sta macchiando la pelle e l'anima?

L'anima è un foglio bianco da riempire, e in fondo non interessa a nessuno quello che ci scrivi sopra.
C'è chi parla di essere buone, di essere brave, di essere sempre giuste.
Io dico che alle volte essere cattivi, tanto cattivi, fare quello che si vuole, ferire per finirla di essere sempre e comunque solo feriti; alle volte essere cattivi è l'unica scelta che si ha per vivere.
è sbagliato?
Perche?
Quello che ci interessa, dentro, in quell'angolo di stomaco dove non ci finisce che rabbia e bile, è davvero la FELICITà???
Per favore non scherziamo che le favole non solo non esistono, ma hanno anche una struttura narrativa noiosa e semplicistica.
Io non ci sto.
Io non ci credo che tutto quello che vogliamo sia essere felici.
Io credo che tutti nella vita abbiamo bisogno di qualche botta, riscorsa presa male, qualche storta, qualche graffio, qualche cosa per cui strillare.
La felicità non ti fa alzare la mattina.
La felicità non ti fa scrivere poesie.
La felicità non da lo slancio che ti serve per rompere la gabbia in cui sei, e partire.
La felicità non ti fa tornare a casa.

Perchè amo i miei tatuaggi?
perche mi ricordano ogni giorno delle ferite che mi porto dietro, senza permettermi di pensare nemmeno per un momento di voler vivere felice e contenta.

Quindi no,
non mi pento di questa pelle inzuppata di tossine e linee poco dritte.
Come non mi pento di tutto quello che ho vissuto.
Non mi pento di aver amato le persone sbagliate.
O di essere stata io quella persona sbagliata.
Non mi pento di aver detto NO, e di aver vissuto anni pensando che una persona fosse la mia anima gemella.
Non mi pento nemmeno di aver vissuto in funzione di un ricordo.
Non mi pento di essermi fatta manipolare da una persona che forse più che veramente cattiva, altri non è che un insoddisfatto cronico, ignorante, incapace di vedere le persone che lo circondano per quello che realmente sono.
Non mi pento di essere tornata per amore e partita per un amore ancora più grande.
Non mi pento di niente.
Nemmeno di quello che non ho fatto.


martedì 2 febbraio 2016

space boy, italian granny and other stories

c'è qualcosa di tremendamente elettrico in due mani che si sfiorano. 
in due mani che si sfiorano la prima volta. 
che si scoprono, 
che si cercano. 
c'è qualcosa di tremendamente istantaneo in due mani che si incrociano. 
in due mani che si uniscono. 

è capitato così. 
in un vecchio pub malconcio di una Parigi sperduta in discorsi randagi. 
è capitato così che la mia mano si è staccata dalla tua per tornare a fare qualcosa che non faceva da tempo. 
scrivere. 
scrivere di due mani che si sfiorano per la prima volta, 
al ritmo di una chitarra e il rumore di bicchieri. 

tu sai di fumo e biscotti. 
di spazi infiniti e di infinite possibilità. 

hai presente la teoria che mi hai spiegato? 
quella secondo cui, semplificando, prendere una decisione, anche la medesima, in una frazione di secondo diversa da quella in qui la prendi; porterebbe a cambiare potenzialmente tutto? 
ecco da quando me l'hai spiegata continuo a pensarci. 
e mi sono sentita terribilmente fortunata quando ho realizzato che nonostante non possa sapere niente, se non che si può avere il mal di pancia dal ridere; perchè se il prendere tutte le decisioni che ho preso nel momento in cui le ho prese, mi ha portato a mangiare cookies con te, su un divano con Parigi tutta intorno.... 
beh allora questo piccolo spicchio di spazio tempo che ho scelto... 
non è poi così male.

MERCI.